Mi incuriosiscono le foto che si incontrano nel Darkweb e stavolta girando tra le foto che non tutti vorrebbero vedere.. mi ha incuriosito questa che rappresenta degli alti graduati Russi e un qualcosa di bruciato e quel qualcosa era il resto di un Astronauta che sapeva di volare incontro alla morte... e questo è il fatto..
Il 23 aprile 1967, il cosmonauta sovietico Vladimir Komarov salì a bordo della navicella Soyuz I con la piena consapevolezza che il suo progetto fosse pericolosamente difettoso.
Pilota collaudatore esperto ed eroe nazionale, Komarov aveva partecipato allo sviluppo della capsula e conosceva bene oltre 200 problemi critici che la affliggevano.
Eppure, all’apice della Guerra Fredda, l’urgenza politica pesava più della prudenza.
Il Cremlino era determinato a lanciare la missione per mantenere il vantaggio nella corsa allo spazio contro gli Stati Uniti.
Sotto una forte pressione dall’alto—e con il proprio senso del dovere—Komarov accettò una missione che sapeva potesse essere l’ultima.
Dal momento in cui la Soyuz I raggiunse l’orbita, la missione cominciò a sgretolarsi.
Uno dei pannelli solari non si aprì, riducendo l’alimentazione dei sistemi vitali.
I controlli di stabilizzazione andarono in avaria, le comunicazioni divennero inaffidabili e la capsula cominciò a deviare in modo imprevedibile.
Attraverso tutto questo, Komarov rimase calmo, metodico ed eroico—lavorando instancabilmente per riportare a terra la navicella danneggiata.
La sua ultima sfida si rivelò fatale: il sistema dei paracadute, destinato a rallentare la discesa, fallì in modo catastrofico.
Il paracadute principale non si aprì completamente e quello di riserva si aggrovigliò senza possibilità di salvezza.
La Soyuz I precipitò a velocità spaventosa, schiantandosi nella steppa con una forza che lasciò soltanto metallo carbonizzato e i resti bruciati di un uomo.
La morte di Komarov segnò la prima fatalità umana durante un volo spaziale e lanciò un cupo monito sul costo dell’ambizione non temperata dalla cautela.
Non morì per incompetenza, ma a causa di un sistema che privilegiava lo spettacolo alla sicurezza.
Eppure, nei suoi ultimi istanti, incarnò coraggio, sacrificio e l’immenso peso che grava sui pionieri.
Vladimir Komarov è ricordato non solo come una vittima della corsa allo spazio, ma come un uomo di dovere che ebbe l’audacia di volare, anche quando i cieli erano contro di lui.
r.i.p
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